La riabilitazione dei detenuti e il sovraffollamento carcerario può essere risolto con l’intelligenza artificiale.
L’obiettivo principale della pena detentiva non è solo punire chi ha commesso un reato, ma soprattutto offrire un percorso di recupero e reintegrazione sociale. Tuttavia, il successo della riabilitazione dipende da una serie di fattori che vanno dall’approccio educativo e formativo ai programmi di supporto psicologico e sociale.
Recentemente, tecnologie innovative come il progetto Cognify stanno aprendo nuove possibilità per rivoluzionare questo settore.
In questo articolo esplorerò le sfide attuali, le soluzioni tradizionali e il potenziale contributo delle tecnologie emergenti come Cognify nella riabilitazione dei detenuti.
L’idea di riabilitazione si fonda sul principio che ogni individuo può cambiare e reintegrarsi positivamente nella società.
Il percorso di recupero mira quindi a:
Educare e formare il detenuto, fornendogli competenze e strumenti che possano aiutarlo a trovare un impiego una volta scontata la pena.
Offrire supporto psicologico per affrontare traumi e problematiche personali che potrebbero aver contribuito al comportamento deviante.
Promuovere valori sociali e civici, insegnando il rispetto delle leggi e delle regole della convivenza civile.
Ridurre il rischio di recidiva, garantendo che il detenuto non torni a commettere reati.
Il sistema penitenziario italiano, come quello di molti altri Stati di diritto, si trova a fronteggiare numerose difficoltà nel garantire una riabilitazione efficace.
Tra le principali criticità annotiamo:
Il sovraffollamento delle carceri: La presenza di un numero elevato di detenuti rispetto alla capienza effettiva delle strutture ostacola l’organizzazione di programmi riabilitativi personalizzati e incide negativamente sulle condizioni di vita.
La mancanza di risorse: Le carceri spesso non dispongono di sufficienti risorse finanziarie, educative e psicologiche per offrire un adeguato supporto riabilitativo a tutti i detenuti.
L’insufficienza di programmi formativi e lavorativi: Molti istituti penitenziari non riescono a offrire percorsi di istruzione e formazione professionale sufficienti, limitando le opportunità di reinserimento sociale.
I problemi psicologici e sociali irrisolti: Molti detenuti soffrono di disturbi psicologici o dipendenze che, se non affrontati, compromettono seriamente il percorso di riabilitazione.
In questo contesto, volto alla riabilitazione del detenuto, si inserisce l’utilizzo delle moderne tecnologie come l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel recupero di soggetti che hanno commesso dei reati.
Hashem Al-Ghaili – ad esempio – è un brillante scienziato che ha sviluppato il progetto Cognify, che rappresenta un passo significativo nell’aiutare la società civile al reintegro dei detenuti.
In sintesi, la tecnologia utilizzata nel progetto, include un dispositivo simile alla realtà virtuale che mostra, generato dall’intelligenza artificiale, il video del crimine commesso dal detenuto e, grazie ad uno specifico un impianto cerebrale, induce nello stesso emozioni negative come rimorso e senso di colpa.
Cognify introduce ricordi artificiali nei cervelli dei detenuti, permettendo loro di rivivere i crimini commessi dal punto di vista delle vittime. Questo approccio immersivo e altamente realistico mira a far emergere sentimenti di rimorso, empatia e consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni.
La tecnologia combina un dispositivo simile alla realtà virtuale, che mostra video generati dall’IA dei crimini, con impianti cerebrali che stimolano le aree del cervello coinvolte nelle emozioni, come il senso di colpa e il rimpianto.
Questi ricordi fittizi sono progettati per sembrare molto reali e dettagliati, in modo che il l’autore del reato senta gli effetti emotivi del crimine. Questo aiuterebbe a cambiare la sua mentalità e ridurre la probabilità che commetta di nuovo un crimine.
Questo progetto potrebbe ridurre il bisogno di lunghi periodi di detenzione, con un approccio mirato che permetta di ridurre i costi associati alle carceri tradizionali, come la costruzione e manutenzione delle strutture, e l’organizzazione di programmi di assistenza.
Fantascienza?
I prossimi anni risponderanno a questo interrogativo.